Nei contratti di lavoro da ricercatore che ho firmato negli ultimi anni in Inghilterra e’ chiaramente stabilito che mi e’ permesso prendere dai 20 ai 24 giorni liberi all’anno. Non c’e’ da lamentarsi specialmente se pensiamo che contratti simili negli Stati Uniti offrono meno di 14 giorni liberi all’anno.
I parlamentari britannici hanno evidentemente contratti diversi. Stime conservatrici indicano che sono almeno 80 i loro giorni liberi. L’attivita’ della camera dei comuni generalmente si ferma per 4 settimane nel periodo natalizio, 3 settimane nel periodo pasquale e 6 settimane nel periodo estivo. A queste poi si aggiungono una settimana a febbraio e un’altra tra maggio e giugno. E’ importante anche notare che la settimana lavorativa dei nostri rappresenti a Westminster non consiste come per la maggior parte di noi di almeno cinque giorni ma di quattro.
Anche I parlamentari italiani non si ammazzano di lavoro. Oltre alle simili ferie estive ed invernali infatti i nostri paladini del lavoro hanno una settimana lavorativa che inizia il martedi’ e finisce il giovedi’. Stipendio a parte, un vero e proprio lavoro part-time che permette a molti di loro di avere ulteriori occupazioni. Nonostante questa settimana lavorativa di soli tre giorni occorre poi rilevare che la frequenza delle assenze di molti parlamentari italiani e’ a dir poco imbarazzante.
Perche’ c’e’ questa enorme differenza tra molti di noi e i nostri rappresentanti in parlamento? Non dovrebbero essere I parlamantari I piu’ instancabili dei lavoratori? Sono o non sono I nostri legislatori che ci dovrebbero guidare attraverso il loro esempio? Dopo tutto siamo noi cittadini che con le nostre tasse paghiamo il loro piu’ che sostanzioso stipendio.
In questo momento ci viene ripetutamente chiesto dai nostri datori di lavoro di lavorare sempre piu’ ore, di rinunciare a giorni liberi e di non pretendere aumenti di stipendio. Questa e’ la nostra risposta per sopravvivere in un periodo in cui le risorse sono limitate. La crescita dell’economia e’ ferma, il debito ci sovrasta e l’esistenza stessa dell’euro e’ in discussione. La risposta parlamentare: interminabili vacanze, preferibilmente con pellegrinaggi.
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